Definiamo la biosicurezza come un strumento che ci consente di garantire la salubrità e la produzione aziendale limitando allo stesso tempo l’eventuale diffusione di malattie ad altri allevamenti.
Nell’ultimo decennio molto si è parlato di aspetti quali il benessere e la biosicurezza avendo preso consapevolezza che le azioni quotidiane che vengono svolte in relazione alla gestione aziendale hanno un impatto notevole sulle produzioni e sulla sanità animale. La biosicurezza, volendo semplificare, è l’applicazione di tutte quelle norme e pertanto comportamenti che impediscono ad agenti patogeni specifici, per la tipologia di animali allevati, di entrare in azienda, infettare gli animali e di manifestare sintomatologia e problematiche correlate alla malattia. Allo stesso tempo va considerato l’aspetto inverso quando una malattia, un patogeno, presente all’interno dell’azienda può essere diffuso, trasportato, all’esterno e così raggiungere altre aziende e infettare animali che erano indenni a tale patologia. Potremmo fare un esercizio mentale pensando alle nostre aziende come a delle piccole isole città che vanno presidiate e difese dai nemici che in vari modi le assediano e che lavorano incessantemente per poterle conquistare.
I “confini “ che vanno presidiati per evitare di cadere sotto le armi del nemico sono diverse:
- animali della stessa azienda: verificare lo stato sanitario dei soggetti che devono essere introdotti conoscendo quello del proprio allevamento;
- infestanti: topi, piccioni ma anche volpi e cani;
- acque: spesso contaminate e veicolo di patogeni;
- alimenti: foraggi raccolti in pieno campo;
- personale addetto alla raccolta del latte, al carico degli animali vivi o che prestano a vario titolo un servizio in azienda;
- automezzi.
Molte aziende di vecchia costruzione rendono tali azioni solo parzialmente applicabili in quanto la costruzione degli edifici è avvenuta gradualmente e non si è sviluppata secondo il concetto della biosicurezza che tende a creare una zona filtro evitando a chi arriva di poter accedere ai locali di stabulazione e vanificare molte azioni intraprese in buona fede e con specifica finalità.
Tale strumento, la biosicurezza, necessita di essere gestito da operatori qualificati che abbiano competenze trasversali a diverse discipline: management, malattie infettive, microbiologia, parassitologia, sanità animale e igiene. Il Veterinario aziendale o consulente è la figura che riunisce in sé tali competenze e che riesce a inquadrare tali differenti aspetti. La nuova normativa centralizza l’opera di tale consulente ponendolo a cerniera tra l’allevatore e gli organi di controllo potendo individuare le soluzioni migliori per ogni singola realtà e interloquire con i Servizi Veterinari. L’applicazione di complete e corrette procedure di biosicurezza oltre a salvaguardare il patrimonio animale e produttivo aziendale diventa strumento di garanzia economica e di successo nel lungo periodo in un mondo globalizzato in cui il mercato, spesso non premiante è il maggior competitor avendo margini di guadagno stretti che non consentono di improvvisarsi tuttologi.
Antonello Messina Medico Veterinario