Sapere quando adoperarlo e conoscere gli aspetti qualitativi necessari è fondamentale per conseguire risultati vantaggiosi.

Gli aspetti fondamentali del mangime in pellet

Nella moderna zootecnia da reddito, sulla scelta del mangime più “idoneo” il primo fattore da considerare è la formulazione degli ingredienti. Essa viene accuratamente mirata per l’ottenimento di un profilo nutritivo idoneo a soddisfare i fabbisogni dell’animale target. Tuttavia la composizione chimica non è l’unico fattore da considerare, tanti altri elementi vanno attentamente ponderati e tra questi la forma fisica del mangime, spesso, ha un impatto veramente importante sulle performance degli animali.

Ad esclusione degli estrusi, che trovano applicazione in determinate condizioni, la maggior parte dei mangimi per gli animali da reddito vengono offerti in due forme: farina e pellet. Quest’ultimo nasce da un mangime in farina che attraverso un processo tecnologico che prevede l’iniezione di calore, umidità e successiva pressione, viene compattato in un prodotto stabile e non polveroso sotto forma di particelle più grandi.

Il processo di pellettatura ha un costo, ma ci restituisce un mangime con caratteristiche diverse da quelle di partenza e spesso con alcuni vantaggi aggiuntivi rispetto alle farine.

Tra i vantaggi generali sono da ricordare l’abbattimento delle polveri, l’aumento della densità del materiale che andrà stoccato e trasportato, la possibilità di offrire un alimento estremamente omogeneo dove i fenomeni di separazione delle varie componenti viene quasi del tutto azzerata il che si traduce in un razionamento più preciso. Inoltre l’aumento del calore comporta una sanificazione del prodotto ed un aumento di digeribilità di alcune componenti. Non per ultimo in determinate condizioni il mangime in pellet è più facile da gestire da parte dell’allevatore. A questi vantaggi generali vanno poi sommati altri che dipendono dalla categoria animale target. Per fare alcuni esempi i mangimi pellettati dovrebbero rappresentare la regola nello svezzamento dei ruminanti, laddove si utilizza il robot di mungitura nella vacca da latte e nelle pecore alimentate in sala. Spostandoci su altre specie è universalmente accettato che i mangimi pellettati devono rappresentare la regola nell’alimentazione del pollo da carne in quanto riducono i tempi di alimentazione e migliorano ingestione, accrescimenti e conversioni.

Ma allora conviene davvero utilizzare solo mangimi pellettati? Ovviamente no! La pellettatura ha un costo che nella moderna zootecnia da reddito va ponderato e affrontato dove davvero tale costo viene ammortizzato. Oltretutto in moltissime condizioni il mangime in pellet non solo può risultare inutile, ma addirittura controproducente. Per fare qualche esempio pensiamo al mangime di animali alimentati con carro Unifeed, alle galline ovaiole che normalmente vengono alimentate con mangimi sfarinati o ai suini ove viene applicata l’alimentazione liquida.

In definitiva la scelta di un mangime, o meglio dire di una razione, è una decisione che va fatta ponderando più fattori, perché anche piccoli dettagli possono influire sul risultato finale. Il servizio tecnico della nostra azienda è a disposizione dell’allevatore per poter ponderare le scelte giuste e più confacenti alle diverse realtà produttive.

Gli aspetti fondamentali del mangime in pellet

Assodato che non tutti i mangimi devono essere necessariamente in pellet, va tuttavia detto che ove la scelta ricade su questi ultimi è essenziale che questo mangime sia di qualità. Per qualità di un mangime pellettato definiamo la capacità di questo di resistere alle operazioni di manipolazione trasporto e distribuzione senza subire un decadimento della forma originaria, in pratica la capacità del pellet di non ritornare sotto forma di farina.

La nostra azienda assicura al cliente la fornitura di un pellet conforme monitorando tutte le fasi: da formulazione, scelta degli ingredienti e macinazione per poi passare alla processo di produzione vero e proprio. Una volta che il prodotto finale è pronto deve tuttavia passare un ultimo “esame” prima di essere spedito. Bisogna infatti capire se un pellet all’apparenza ben conformato riesce ad arrivare tale al cliente, solo in questo caso possiamo dire che stiamo fornendo un prodotto di qualità.

Tale valutazione è possibile ed è effettuata dal nostro laboratorio che è attrezzato con una strumentazione certificata che permette di determinare la cosiddetta “Durabilità del Pellet”. In pratica attraverso una procedura standardizzata si sottopone il pellet ad un processo di “stress meccanico” che simula le sollecitazioni a cui il pellet verrebbe realmente sottoposto dopo la produzione, tale analisi restituisce in maniera inequivocabile quanta parte del pellet viene rovinato dalle sollecitazioni e quanto invece rimane integro.

In conclusione la scelta di un mangime deve necessariamente tener conto anche della forma fisica con la quale viene fornito agli animali. Il pellet in determinate condizioni offre indubbi vantaggi, ma è essenziale avere un prodotto stabile che non si deteriori e non offra agli animali un miscuglio disomogeneo che vanificherebbe tutti i potenziali benefici.

Dott. Agr.mo Emiliano Gurrieri